Qual’è la differenza tra ecopelle e vera pelle e Finta Pelle? Come riconoscere l’eco pelle dalla vera pelle? Oggi chiariremo finalmente una volta per tutte i tuoi dubbi, e ti insegnerò dei trucchi per distinguere la vera pelle da quella sintetica.
È arrivato il momento di imparare a riconoscere la vera pelle dalla finta e di capire qual’è la differenza tra vera pelle e pelle sintetica.
Diciamo che spesso a prima vista non è tanto facile capire se ciò che abbiamo avanti sia fatto in vera pelle o meno, perché esteticamente (all’occhio umano) può risultare molto molto simile, quello che cambia davvero è la qualità, la resistenza meccanica (ad esempio la pelle grazie alla struttura delle fibre animali risulta un prodotto flessibile ma che dura negli anni senza rovinarsi) , la resistenza ignifuga, la durata, la traspirazione ed il pregio (Il pregio? Eggià,perché la vera pelle difficilmente si può lavorare solo meccanicamente e come vedremo successivamente, c’è bisogno per forza della mano di un uomo per lavorarla).
Premessa: In questo articolo non parlerò di ecopelle perchè spero che tu sappia che l’ecopelle è vera pelle di origine animale e che non va confusa con la finta pelle.
Come riconoscere la vera pelle:
Diamo il via ad una serie di consigli semplici ed efficaci per riconoscere la vera pelle da quella finta, sia essa una una giacca, un divano, un paio di scarpe o un qualsiasi altro oggetto.
Quanto dura nel tempo la vera pelle? e quella finta?
Inutile dire che l’effetto più evidente che contraddistingue la vera pelle da quella falsa si ha con il tempo e con l’usura che mette alla prova la resistenza dell’oggetto acquistato, perché mentre la pelle diventa più morbida e si usura lentamente facendo venir fuori al massimo il substrato del fiore del cuoio (che ne esalta la bellezza), la finta pelle invece si “spacca” letteralmente e diventa fragile e da buttare via.
Nella foto potete osservare una borsa per notebook in finta pelle che uso sporadicamente da un anno (nelle rare occasioni in cui porto il notebook dietro) ed un borsello porta-tabacco che porto tutti i giorni con me da più di sei anni ed è stato maltrattato nel peggiore dei modi, dato che lo metto sempre nella tasca dei jeans e mi ci siedo sopra, inoltre lo porto al mare/montagna e via dicendo, insomma lo porto agli estremi.
Il lato carne della pelle
La pelle ha due facciate, una solitamente chiamata lato fiore (lato esterno) e l’altra è quella interna lato carne. Quest’ultimo lato può aiutarci a comprendere se si tratta di vera pelle o meno, poiché nel 70% dei casi il lato carne nella finta pelle non viene riprodotto (credo per economia) e viene sostituito da un tessuto a retina.
Se invece è stato riprodotto il “lato carne” , allora cercate di scovare un punto dove è visibile lo spessore della pelle e scrutate attentamente, se notate dei filamenti di tessuto (tipo garza) allora si tratta di finta pelle, vilpelle o similpelle (guarda lo zoom nella foto per capire meglio di cosa parlo).
Quindi quando acquistate un articolo in pelle, scrutate attentamente e cercate una parte (anche minuscola) dove è possibile vedere il “lato B” della pelle in questione, se simile allo scamosciato e non presenta filamenti che fuoriescono, allora è vera pelle, al contrario invece non lo è.
L’inconfondibile odore della pelle
Andateci di naso, la vera pelle ha un odore caratteristico ed inconfondibile, abbastanza forte. Difficile da spiegare a parole. Se avete a disposizione due oggetti, uno in vera pelle e l’altro in finta pelle, odorateli, vi renderete subito conto della differenza. Mentre la vera pelle (anche a distanza di anni) mantiene un profumo inconfondibile, la falsa pelle non odorerà di nulla (nella migliore delle ipotesi) oppure vi darà una sensazione di nafta.
La prova del fuoco sulla pelle
Accendete un accendino e fatelo restare una ventina di secondi sulla superfice di un oggetto in finta pelle, vedrete che inizierà a “bollire” emanando un forte odore di gomma/plastica bruciata.
Ora invece rifate lo stesso esperimento su di un pezzo di vera pelle, potrete osservare che esso non bollirà, ma si raggrinzirà un po’ e cambierà colore emanando comunque un cattivo odore (ma che non sa di plastica).
La prova dell’acqua sulla pelle
Fate cascare una goccia d’acqua sulla pelle e lasciatela per circa una trentina di secondi, ma tenendo in considerazione che:
- La prova dell’acqua è una prova che va presa con le pinze, perché se è vero che una delle caratteristiche della vera pelle è assorbire l’acqua senza alterare la struttura delle fibre (e quindi senza rovinarsi), è pur vero che per nell’uso quotidiano spesso la pelle finisce in contatto con l’acqua (immaginatevi sotto una pioggia con una giacca in vera pelle) e quindi la vera pelle spesso viene lavorata nelle conceria per diventare idrorepellente.
- La lavorazione della vera pelle, può variare anche in base agli usi che se ne deve fare, basti pensare alla pelle di daino, quella che usate per pulire bene l’auto, in quel caso la pelle deve avere un ottimo potere assorbente.
- Se invece avete acquistato qualcosa di scamosciato come ad esempio una giacca o un paio di scarpe, potete controllare se è vera pelle o meno con la prova dell’acqua (nel video sottostante è stata ripresa la differenza tra una vera pelle il cui fiore è stato eliminato per avere l’effetto scamosciato e una finta pelle).
Disomogeneità, nessuna pelle vera è uguale ad un’altra
Se parli di vera pelle, parli di unico ed irripetibile. Ogni pelle non potrà mai essere del tutto uguale ad un’altra, addirittura la pelle di un unico animale presenta delle caratteristiche differenti a seconda della parte di pelle esaminata.
- Disomogeneità di colore: Per capire se una giacca, una borsa o un divano è di vera pelle è esaminare attentamente il colore, perché se è vera pelle, difficilmente sarà omogeneo al 100% ma avrà punti in cui il colore è un po’ più scuro/chiaro (si tratta di piccoli gradi di differenza).
- Disomogeneità dei pori: Come gli esseri umani, la pelle degli animali è formata da pori che non sono mai uniformi.
Quindi munitevi di una lente d’ingrandimento e mettetevi al sole, scrutate attentamente i pori della pelle e se vi accorgete che i pori non seguono uno schema preciso e che sono posti a caso, allora siete davanti ad un prodotto in vera pelle. (Attenti però che nelle pelli finte di ultima generazione hanno cercato di simulare questa caratteristica) - Piccoli difetti : Su articoli in vera pelle non è difficile trovare minuscoli difetti che designano l’autenticità del prodotto. Questi piccoli difetti possono essere ad esempio causati da punture di insetti quando l’animale era ancora in vita, oppure piccoli graffi che l’animale ha preso durante il pascolo (ecc.) . Ovviamente di grandi difetti non ne troverete, perché vengono solitamente “scartati” durante la lavorazione del prodotto
L’etichetta sui prodotti in vera pelle
L’etichettatura è senz’altro un modo di riconoscere la vera pelle, meglio se accompagnata da un pezzettino di materiale con cui è stato costruito l’oggetto acquistato.
I simboli e le indicazioni da prendere in considerazione nell’etichettatura sono molti, tra i principali abbiamo:
- Etichetta Made in Italy: Stando alla legge n.55 dell’8 aprile 2010 è obbligatorio per i prodotti dell’industria della moda (anche in pelle) garantire che l’indicazione “made in italy” esposta sui cartellini sia utilizzata solo se almeno due delle principali fasi di lavorazione sono prodotte sul territorio nazionale e se rispettano la normativa ambientale e qualitativa del paese.
- Etichetta Vera Pelle: C’è un decreto ministeriale dell’ 11/04/96 che espone precisamente il significato dell’etichetta vera pelle esposta sui cartellini :
Il cuoio è anche ottenuto da pelli o pellame tagliati in strati o in segmenti, prima o dopo la conciatura. Se però la pelle o il pellame conciati sono disintegrati meccanicamente e/o ridotti chimicamente in particelle fibrose, pezzetti o polveri e, successivamente, con o senza l’aggiunta di un elemento legante, vengono trasformati in fogli o in altre forme, detti
fogli o forme non possono essere denominati «cuoio». Se il cuoio ha uno strato di rivestimento, indipendentemente da come sia stato applicato, o uno strato accoppiato a colla, tali strati non devono essere superiori a 0,15 mm. In questa maniera, tutti i tipi di cuoio sono coperti, fatti salvi altri obblighi giuridici, ad esempio, la Convenzione di Washington. La dicitura “pelle pieno fiore” si applica alla pelle
con grana originaria, ovvero quando l’epidermide è stata ritirata e senza che nessuna pellicola di superficie sia stata eliminata mediante sfioratura, scarnatura o spaccatura.
Purtroppo si sa però che spesso , sia in “buona fede” che in “cattiva fede” ci sono aziende che tendono ad etichettare con il falso oppure omettere queste importantissime etichette, magari importando prodotti cinesi di dubbia qualità ed applicando il marchio made in italy.
Il prezzo: La vera pelle non costa poco
La vera pelle non può costare poco, perché alle spalle ha una lunghissima lavorazione prima di arrivare ad essere un prodotto finito. Anche nella fase di confezionamento e taglio c’è bisogno di manodopera specializzata e molta cura (a differenza della finta pelle).
Ti stai chiedendo il perché debba costare obbligatoriamente tanto? Le risposte possono essere molteplici, ma con qualche semplice esempio è facile capire:
- Supponiamo che l’animale quand’era in vita ha subito attacchi da piccoli insetti oppure pascolando ha urtato qualche pianta spinosa che ha perforato la pelle, una volta che l’animale diviene un prodotto dell’industria alimentare e la sua pelle viene conciata, quel difetto sulla sua pelle resta.
- Per evitare un vero e proprio difetto (come può essere un buco dovuto alla puntura di un’insetto), l’operaio specializzato che lavora la vera pelle è consapevole del fatto che quando taglierà il modello della vostra giacca / divano (ecc… ) deve stare attento ai piccoli dettagli al fine di produrre un ottimo prodotto.
- Cosa assai differente avviene invece con la finta pelle, che viene prodotta sinteticamente e quindi senza nessun difetto; questo permette alle aziende produttrici di prodotti in finta pelle di fare a meno dell’operaio specializzato che viene sostituito da grossi macchinari che “stampano” direttamente il prodotto senza alcuna attenzione particolare.
Ora provate ad immaginare questa scena e date una risposta alla domanda perché la vera pelle costa così tanto:
Due aziende che devono produrre un portachiavi, uno in finta pelle e l’altro in vera pelle.
– Da un lato centinaia di operai impiegati nella lavorazione della vera pelle sempre attenti ai dettagli per la riuscita di un ottimo portachiavi.
– Dall’altro lato un macchinario che spalma derivati del petrolio e stampa direttamente il portachiavi.
Hai qualche suggerimento aggiuntivo per riconoscere la vera pelle? Ti è mai capitato di avere le idee confuse su un prodotto che stavi acquistando? Non esitare a scriverlo nei commenti! Sono curioso!