Un argomento di cui spesso ho sentito parlare anche in rete è Cos’è la PELLE AL VEGETALE, oggi cercherò di farvi capire cos’è ed eliminare ogni tuo dubbio.
Cosa significa Pelle vegetale o meglio conciata al vegetale:
La pelle al vegetale, contrariamente a quello che si possa credere pensando alle parole, fa parte sempre della categoria di pelli di origine animale (quindi un sottoprodotto dell’industria alimentare) che se non opportunamente trattata attraverso i processi svolti dall’industria conciaria, potrebbe creare gravi problemi di smaltimento. C’è da sapere infatti che nessun animale viene abbattuto solo per ricavarne i pellami da conciare al vegetale in quanto l’industria conciaria è strettamente correlata a quella alimentare.
Posso confermarvi che quando senti parlare di Pelle Vegetale o Pelle al vegetale, si fà riferimento al suo metodo di concia, ossia la Concia al vegetale.
Cos’è la concia al vegetale?
La concia al vegetale è un tipo di concia che prevede l’uso di materiali presenti abbondantemente in natura come i Tannini vegetali, ricavati da alberi di betulla , quebracho , quercia e castagno (ma anche Mimosa , Noce di Galla , Sommacco ecc.).
La storia della concia al vegetale:
Tra i tanti tipi di concia presenti sul mercato mondiale, la concia al vegetale si differenzia per essere quella che presenta un’infinito legame con l’essere umano, la sua storia infatti nasce nella preistoria, quando l’uomo capì che per trasformare una pelle putrescibile in una non putrescibile e facilmente lavorabile era necessario intingerla in una soluzione solubile che trasformasse la pelle dell’animale in cuoio: I Tannini.
Il fatto che i Tannini siano facilmente reperibili in natura ed il loro costo di preparazione per l’utilizzo conciario relativamente basso, ha fatto sì che questo tipo di concia si preservasse nel tempo, fino ad arrivare ai nostri giorni.
L’antico processo di concia ai tannini non è molto differente da quello attuale, infatti gli unici prodotti necessari per tale lavorazione al vegetale sono: calce, acqua e tannini vegetali. Questi elementi venivano mescolati nelle giuste quantità, le quali erano variabili a seconda della tipologia di pellame che si voleva ottenere, ed introdotti in grandi vasche dove venivano calate le pelli e lasciate “a mollo” per un periodo che va dai 30 giorni a tre mesi. Alla fine di questo lungo periodo, i pellami, da pelli putrescibili subivano una metamorfosi, diventando cuoio, venivano successivamente rimossi dalle vasche e lavorate all’ingrasso per ottenere un ottimo cuoio finito.
Nel territorio di Solofra ,un paese in provincia di Avellino dove l’economia è incentrata sulla produzione delle pelli, si hanno notizie di utilizzo di questa tecnica già dal XVI-XVII secolo , e i tannini utilizzati per la concia erano prevalentemente estratti dai boschi di querce e castagni disposti sul territorio irpino. Successivamente si iniziarono ad importare tannini dall’estero, estratti da piante di Castagno di produzione Francese , Mimose importate dal Sud America e dall’ Africa , e il Quebracho importato dall’ Argentina, ognuno apportava ai pellami un diverso aspetto. Una delle concerie più famose del Sud Italia, ma riconosciuta per la sua qualità anche in ambito internazionale era la Conceria Buonanno con sede a Solofra (consiglio la lettura del libro scritto da Franca Pirolo – L’industria conciaria tra tradizione ed innovazione)
La vera pelle Italiana conciata al vegetale
Esistono due tipi di concia al vegetale :
Concia Lenta in vasca: Concia al vegetale
La lunga storia sulla tradizione della lavorazione delle pelli conciate al vegetale è attribuita soprattutto alla “concia lenta”, così definita per la lunga durata della lavorazione a cui devono essere sottoposti i pellami (circa 3 mesi).
Le pelli lavorate secondo concia lenta, attraversano circa tre fasi di immersioni nelle vasche dette anche “fosse”:
- la prima, può essere definita come una fase di preparazione delle pelli alla vera e propria fase di concia, infatti le pelli vengono immerse nella fossa con un contenuto minimo di tannino fermentato e quindi acido, utile a mantenere il gonfiamento ottenuto durante la fase di calcinaio e quindi permettere al pellame il massimo assorbimento dei prodotti concianti, inoltre questa fase serve ad eliminare totalmente i residui di calce rimasti attaccati alla pelle. L’immersione delle pelli in fossa deve durare da un minimo di 6 ore ad un massimo di 8 ore. E’ possibile però ridurre drasticamente i tempi di questo passaggio, immergendo le pelli nei bottali anziché nella fossa, che grazie ai suoi movimenti circolari riduce drasticamente i tempi, infatti, sfruttando l’azione rotatoria di questo strumento il tempo di immersione delle pelli nella concentrazione di tannino acido si riduce a circa un 1 ora;
- La seconda fase è molto simile alla prima, la differenza risiede nel concentrato di tannino introdotto in vasca, infatti questa volta sarà introdotto in quantità maggiori e le pelli dovranno restare a “mollo” nel concentrato di acqua e tannino per un periodo di circa un mese per permettere un’ottima stabilizzazione del collagene.
- La lavorazione della terza ed ultima fase è sempre simile alle due precedenti, con la differenza dei tannini usati, infatti questi ultimi devono avere un effetto astringente e riempiente. I pellami vengono sottoposti ad un ulteriore mese di bagno in fossa prima di essere tolti.
I pellami prima di procedere a questo tipo di concia sono di un colore tendente al bianco (definiti pelli wet-white), una volta attraversata la concia al vegetale lenta in vasca assumono un colore caldo tendente al marroncino chiaro.
La qualità dei pellami lavorati attraverso questa tecnica è davvero eccellente, ma trattandosi di un processo di lavorazione davvero lungo e dispendioso e quindi incompatibile con le richieste di mercato odierno, è stato sostituito dai tipi di concia rapida al vegetale.
Questo tipo di lavorazione produce un cuoio assai pieno e poco flessibile che trova limitati usi d’applicazione, soprattutto nell’ambito dell’abbigliamento, mentre trova utilità nel settore dell’arredamento, per selleria, ortopedia e nautica.
Concia Rapida in botte: Concia al Vegetale
Grazie alle nuove tecnologie ealle tecniche sperimentate negli anni è possibile ora eseguire l’arte della concia al vegetale anche in breve tempo grazie all’ausilio dei bottali rotanti che oltre a produrre un cuoio in minor tempo rispetto alla concia in vasca, rendono il pellame più morbido e quindi adatto all’uso nel campo dell’abbigliamento in pelle.
Processo di concia al vegetale rapida in botte:
I pellami, prima di arrivare al processo di concia vero e proprio vengono sottoposti ai vari processi che preparano i pellami ad assorbire la giusta quantità di tannini, cioè: rinverdimento, calcinazione, depilazione, scarnatura, decalcinazione, viene poi effettuata una leggera macerazione (se voluta) oppure un piclaggio a secco e si passa poi alla fase di preconcia dove i pellami vengono immersi in un bagno di preconciante e tannino fenolico per circa due ore e mezza per poi passare al bagno di coloritura con un’immersione di circa due ore in un composto detto “liquore di concia”.
Dopo aver subito la fase di preconcia le pelli vengono immerse nel bagno di concia all’interno del bottale, dove viene inserito circa il 30-40% di tannino (sul peso della pelle) suddiviso in tannino poco astringente, medio astringente e astringente ed il 200% c.a. di acqua.
L’azione rotatoria del bottale agevola la penetrazione dei tannini e i pellami possono essere tolti dopo solo 48h, per poi passare alle fasi prossime fasi che porteranno la pelle ad essere un prodotto finito ed utilizzabile per creazioni di vario genere.
L’evoluzione di questa tecnica di concia in simbiosi con le nuove tecnologie, ha reso possibile l’uso delle pelli conciate al vegetale anche sul lussuoso settore dell’abbigliamento in pelle.