Concia delle pelli – Il processo di lavorazione!

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Il processo di lavorazione delle pelli è chiamato concia ed ha come scopo quello di trasformare la pelle putrescibile dell’animale in un prodotto imputrescibile, igienico, traspirante e resistente.

Le fabbriche dove si lavorano le pelli si chiamano concerie, l’attribuzione di questo nominativo proviene dal processo di lavorazione della pelle: La concia. Solitamente le concerie che si occupano dell’intero processo di concia sono aziende di medie-grandi dimensioni a causa dell’impiego di un ampia varietà di macchinari che ogni fase della lavorazione richiede.

Un’industria troppo spesso dimenticata, eppure l’industria conciaria italiana è tra le eccellenze manufatturiere più apprezzate al mondo, rappresenta il 17% dell’industria conciaria mondiale, basti pensare che ogni anno produciamo circa 129.000.000 metri quadrati di pellami finiti (fonte UNIC), per rendere l’idea, potremmo ogni anno ricoprire la superficie dell’intera Grecia con vera pelle.

Che cos’è la concia?

La concia è un’antichissima arte nata nella preistoria e divenuta mestiere nel medioevo che mira a rendere la pelle ed il cuoio un prodotto gradevole al tatto ed alla vista, versatile per l’uso quotidiano e durevole nel tempo. Nel tempo, questo mestiere si fatto spazio tra la moda e la tecnologia giungendo a risultati strepitosi che permettono al settore del cuoio e delle pelli Made in Italy di essere visto in ambito mondiale come un’eccellenza che spesso ricade nella sfera del lusso.

Qual è il processo di lavorazione delle pelli?

E’ fondamentale chiarire che non esiste un processo unico per la concia delle pelli, esso infatti dipende da moltissimi fattori, primo fra tutti è il risultato finale che si vuole raggiungere, ad esempio il processo di concia cambia se si decide di voler lasciare il pelo, se si vuole ottenere una pelle conciata al vegetale oppure al cromo ecc…
Per i motivi appena elencati, il processo di concia delle pelli si divide in 3 fondamentali macrocategorie, cioè: Lavorazioni di Riviera, Concia , Rifinizione.

Perchè conciare le pelli?

La pelle dell’animale è un materiale organico che se non opportunamente trattato in pochi giorni tende a marcire e decomporsi; nasce così l’esigenza della concia, scoperta in modo casuale dagli uomini primitivi che notarono che se la pelle veniva affumicata o immersa nell’acqua con foglie e tronchi di albero durava più a lungo, queste piccole scoperte divennero nel tempo idee e sperimentazione che fondarono quella che noi conosciamo oggi come la storia della concia della pelle.

Infografica processo produttivo della pelle.

Se l’argomento ti interessa, ma non vuoi perdere troppo tempo a leggere, ho creato per te un infografica processo di produzione della pelle con le fasi più importanti della concia, in modo che tu comprendere questo fantastico materiale e mostrarti preparato ogni qualvolta ti si presenta l’occasione di acquistare un divano, una giacca o un paio di scarpe in vera pelle. Se vuoi saperne di più puoi leggere il mio post su come riconoscere la vera pelle e non farsi ingannare durante gli acquisti.

processo concia - lavorazione pelli cuoio  infografica Ti piace quest’infografica? Sentiti libero di copiare questo codice ed inserirlo nel tuo sito.

Bene, se sei arrivato a leggere fin qui vuol dire che l’argomento ti interessa, che sei una persona persistente e quindi mi autorizzi a parlartene più approfonditamente! 😉

Indice : Procedimento di concia

Quali sono gli animali usati per le pelli di giacche, divani, scarpe ecc?

Devi sapere che la lavorazione delle pelli è strettamente correlata all’industria alimentare, poiché il 99% degli animali conciati in Italia appartiene alla razza Bovina, ovina, caprina, vitellina (fonte unic) e quindi viene abbattuto prevalentemente per la sua carne, in questo contesto la pelle è vista come un prodotto di scarto che a seguito di lunghe e laboriose lavorazioni diventerà un prodotto d’eccellenza.
Dunque gli animali che verranno usati per la produzione di giacche, divani, scarpe ecc. sono prevalentemente vitelli, agnelli, maiali, capre e montoni. Per quanto possa sembrare crudele uccidere un animale ed usare la sua pelle, non lo è affatto o meglio “è crudele come mangiare un hamburger”, infondo pensa che se non verrebbe lavorata, la pelle sarebbe comunque un prodotto di scarto e verrebbe in qualche modo buttata.
Una piccola chicca: Contrariamente a quanto si possa immaginare, un vero amante della pelle e del cuoio è spesso anche un amante degli animali (io ad esempio lo sono) ed è contrario al maltrattamento degli animali; sembra strano vero? Per farti capire meglio, ti faccio un esempio: Ammettiamo che io non ami particolarmente gli animali (cosa non vera) e lavoro la pelle, ci tengo che questa sia ottima no?; Ora se l’animale è stato maltrattato, anche la pelle risente del maltrattamento, ad esempio un animale che mangia bene (es. fieno, trifoglio, erba) produce una pelle migliore di un animale che mangia rape barbabietole e patate, un animale che viene rinchiuso in una stalla dove si forma un clima secco e caldo, produce una pelle cascante e floscia, un animale che non viene curato ed è attaccato dai parassiti come l’estro bovino, produce una pelle difettosa. Quindi pur essendo una persona a cui non stanno simpatici gli animali (cosa che non sono) perché dovrei volere il loro maltrattamento? Se proprio dobbiamo dirla tutta (secondo me) la “colpa” del maltrattamento sugli animali da macello, è frutto della clientela che acquista sempre prodotti a prezzi stracciati costringendo l’economia a spostarsi a favore di chi mal nutre e maltratta gli animali solo perché le esigenze del mercato sono quelle di “fare economia” durante gli acquisti.
Ribadisco, è solo una mia ipotesi, comunque riflettici, vedrai che non ho poi tanto torto (magari fammi sapere come la pensi nei commenti).

Conservazione

Dopo lo scuoiamento, le pelli devono essere trattate, altrimenti avrà inizio il processo di decomposizione che creerà danni irreparabili al derma della pelle come: fiore guasto, struttura fibrillare vuota ed altri innumerevoli difetti. Per ovviare a questi problemi si fa riferimento alla conservazione, una lavorazione che blocca lo sviluppo e la proliferazione dei batteri. Esistono differenti metodi di conservare le pelli che prendono il nome di: Pelli Secche, Pelli Salate Fresche, Pelli Salate Secche, Pelli Arsenicate, Pelli Patinate, Pelli Piclate. Una volta finito il processo di conservazione le pelli (in gergo dette “grezze”) vengono stoccate e spedite alle concerie che si occuperanno della loro lavorazione.

Rinverdimento

Il rinverdimento delle pelli è una lavorazione utile a reintegrare l’acqua nelle fibre della pelle persa durante la conservazione, il suo scopo è quello di ridonare alla pelle la flessibilità e morbidezza (persa durante la conservazione). Esistono diversi tipi di rinverdimento delle pelli e viene preferito uno all’altro in conseguenza di due fattori: il tipo di pellame e il tipo di conservazione subito.

Calcinaio e Depilazione

Il calcinaio e la depilazione sono due lavorazioni svolte (quasi sempre) per via chimica e sebbène hanno due scopi diversi sono spesso svolti contemporaneamente. Lo scopo del calcinaio è quello di rendere la pelle pronta all’assorbimento dei concianti, mentre la depilazione (come si può immaginare) ha come scopo quello di rimuovere il pelo e l’epidermide. I prodotti più usati per calcinaio e depilazione sono idrossido di calce, solfuro di sodio, solfato di dimetilammina. Oltre che per via chimica, la depilazione può avvenire anche per via del riscaldamento che avvia il processo di decomposizione dando la possibilità ai microbi di formarsi e distruggere la parte profonda dell’epidermide.

Spaccatura

Questa lavorazione è utile nel caso in cui si lavorano pelli molto spesse, come nel caso dei vitelloni e se ne vuole ridurre lo spessore. La spaccatura è una lavorazione è di tipo meccanico e viene effettuata con un macchinario che divide la pelle in 2 o più strati; lo strato superiore è detto fiore ed è anche il più pregiato, mentre gli strati inferiori sono dette croste.

Scarnitura

La scarnitura è una lavorazione meccanica avente come scopo quello di eliminare tessuti sottocutanei ed il grasso in eccesso che restano attaccati alla pelle durante lo scuoiamento dell’animale. La scarnitura è una lavorazione che può essere svolta sia durante le lavorazioni di riviera e di concia (scarnitura in umido) che durante le lavorazioni meccaniche in rifinizione (scarnitura a secco).

Decalcinazione

La decalcinazione è un processo che avviene per mezzo chimico, la sua funzionalità è quella di eliminare la maggior parte della calce attaccata alle fibre della pelle, abbassare il ph ed ottenere uno sgonfiamento del derma. Per farlo è necessario l’impiego di acidi forti o deboli. Una curiosità sulla decalcinazione? In passato non si usavano gli acidi, ma sterco di cane o di uccelli che venivano lasciati macerare ed introdotti nei bottali insieme alle pelli e si attendeva che lo sterco dissolvesse la calce e le sostanze grasse presenti nella pelle.

Macerazione

La Macerazione completa il processo di decalcinazione agendo sulla struttura delle fibre delle pelli, in particolar modo è utile a rilassarle, in modo da preparare i pellami a ricevere ed assorbire appieno gli agenti concianti.

Sgrassaggio

Lo Sgrassaggio è una lavorazione che viene effettuata soprattutto sulle pelli molto grasse (come nel caso dei montoni provenienti dalla Nuova Zelanda). La saponificazione dei grassi> è un modo sicuro per preparare i pellami a ricevere i concianti, dato che il grasso impedirebbe la penetrazione a fondo di questi.

Pikel

La parola piclaggio deriva dall’inglese pickle (sottaceto) ed è una lavorazione che blocca definitivamente la possibile macerazione della pelle, inoltre aiuta la pelle a rilassarsi e prepararsi per la concia.

Concia al Cromo

La concia al cromo è una delle concie più utilizzate al mondo, si stima infatti che oltre l’80% delle pelli lavorate nel mondo siano conciate al cromo. Lo scopo della concia è fondamentalmente quello di dare al cuoio la maggior resistenza all’usura, la massima impermeabilità all’acqua, la giusta permeabilità all’aria ed al vapore acqueo (sudore) attraverso la porosità (quest’ultima caratteristica è tra le più importanti poichè conferisce alle pelli il vanto di essere una dei principali materiali igienici.)
La lavorazione delle pelli con la concia al cromo viene fatta per via del cromo trivalente. Alla fine di questa lavorazioni avremo dei pellami con un colore azzurro chiaro detti propriamente wet-blue.

Concia al vegetale

La concia al vegetale è riconosciuta come una dei tipi di concia più antichi al mondo, molto probabilmente perchè le materie prime con cui essa è svolta sono facilmente reperibili in natura, infatti per questa tipologia di concia vengono usati i tannini (estratti dagli alberi). L’Italia ed in modo particolare il Polo Conciario Toscano è famoso in tutto il mondo per la produzione di pregiatissimi pellami lavorati secondo le antiche tradizioni.

Altri tipi di Concia

Esistono molti altri tipi di concia a cui poter far riferimento, come ad esempio la concia alle aldeidi, la concia al ferro, allo zirconio, all’olio (soprattutto per produzione di scamosciato) e la più recente concia al Titanio.

Pressatura

Dopo aver subito il processo di concia i pellami sono impregnate ed è necessario ridimensionare la quantità d’acqua presente all’interno della pelle. Per farlo si ricorre all’uso di un macchinario che esercita una forte pressione sulle pelli(dalle 10 alle 80 tonnellate) facendo così fuoriuscire l’acqua e stendendo la pelle.

Riconcia

La riconcia è una lavorazione propensa a dare carattere e conferire particolari prorietà merceologiche alla pelle, come ad esempio maggiore resistenza meccanica, uniformità della concia in tutto lo spessore del cuoio, conferire maggiore pienezza, morbidezza, elasticità, cedevolezza, leggerezza ecc… Anche se non è strettamente necessaria, attraverso la riconcia delle pelli è possibile determinare l’alta qualità di una pelle e le sue caratteristiche.

Tintura

La tintura del cuoio può essere effettuata anche durante le operazioni di riconcia, in questo caso le pelli vengono immerse in un bottale contenente soluzioni acquose portate ad una temperatura elevata e vengono introdotti nell’acqua coloranti idrosolubili. Lo scopo principale della tintura, come si può immaginare è quello di conferire alla pelle il colore desiderato. Con questa modalità di tintura in botte è possibile far penetrare la tintura non solo superficialmente ma anche lungo tutto il suo spessore.

Ingrasso

Una delle ultime lavorazioni in umido (quando le pelli sono ancora bagnate) è sicuramente l’ingrasso, un’operazione che serve a modificare le caratteristiche fisico-meccaniche della pelle introducendo nelle fibre oli e grassi solubili che fungono da lubrificanti. Senza l’ingrasso, la pelle essiccata potrebbe non godere della morbidezza, elasticità e resistenza che caratterizza solitamente i pellami, inoltre i grassi e gli oli conferiscono una maggiore idrofobicità della pelle.

Asciugaggio

Come si può immaginare, le operazioni di asciugaggio o essiccamento hanno come scopo principale quello di far perdere alle pelli l’acqua assorbita durante tutte le precedenti lavorazioni. Questa lavorazione inizia quasi sempre con la messa al vento delle pelli dove i pellami attraversano dei rulli che pressano letteralmente la pelle stirandola ed allargandola, permettendo così la perdita di sostanze inutili assorbite precedentemente. Dopo la fase della messa al vento è necessario essiccare ulteriormente i pellami e per farlo esistono diversi metodi:

  • Sospenzione dei pellami (essiccazione a catena): i pellami vengono appese su dei bastoni collegati ad un sistema di trasporto che fà circolare i pellami in prossimità del soffitto delle concerie, dove generalmente si forma aria calda che può essere anche controllata tramite l’ausilio di impianti appositi. Questa fase permette ai pellami di perdere l’umidità in iccesso contenuta al suo interno. E’ necessario sapere che durante questa fase, non solo si permette ai pellami di “asciugarsi” ma è anche un ottimo metodo per permettere il fissaggio dei prodotti concianti.
  • Essiccamento tramite inchiodatura (intelaiatura) : Le pelli vengono distese ed inchiodate (senza chiodi eh!) con delle apposite pinze su dei pianali (generalmente forati) che verranno introdotti in dei condotti di riscaldamento controllato ed umidificato, in modo da conferire la giusta morbidezza alla pelle e fare in modo che essa non si ritiri per via del calore.
  • Essiccamento tramite sottovuoto: I pellami vengono introdotti in dei macchinari aventi delle grosse piastre in acciaio inox che si riscaldano e sovrappongono; una volta in questa posizione viene aspirata l’aria tra le due piastre e si crea un effetto sottovuoto.

Palissonatura

La palissonatura è quella lavorazione che ha lo scopo di ammorbidire i pellami che dopo aver attraversato la fase di essiccazione risultano “duri e cartonosi” al tatto. Questa lavorazione viene svolta solitamente in apposite macchine come il palissone rotativo, dotato di rulli con lame ondulanti che svolgono la funzione di distendere e rilassare la struttura fibrosa della pelle in modo da ammorbidirla; il palissone a vibrazione dove la pelle viene inserita e grazie all’azione dei pioli di questa macchina viene allentata la struttura delle fibre ammorbidendo così la pelle.

Follonatura o Volanatura

Come la palissonatura, anche la follonatura o volanatura ha il compito di ammorbidire la pelle. La differenza risiede nella tipologia del macchinario usato e nella caratteristica merceologica che si vuole conferire al pellame, infatti nella lavorazione a follonare vi è l’impiego di un bottale (a secco) dove è possibile controllare temperatura e valori di umidità; i pellami vengono inseriti nel bottale e vengono scossi meccanicamente dall’azione rotativa facendo in modo che la pelle si ammorbidisca. E’ importante sapere che tramite questa lavorazione è possibile aggiungere prodotti chimici ingrado di stabilire gli effetti moda desiderati.

Smerigliatura

La smerigliatura è una lavorazione che viene effettuata tramite un macchinario dotato di rulli abrasivi e può essere utile principalmente in tre casi, per la creazione delle pelli con effetto scrivente (es. nabuk) dove viene appunto smerigliato (carteggiato) il fiore della pelle; per “riparare” guasti sul fiore della pelle stuccando prima la parte del fiore dove sono presenti difetti (con della speciale pasta) e poi smerigliando la pelle in modo da pareggiare la stuccatura con la superfice del fiore della pelle; Per eliminare eventuali residui sottocutanei dal lato carne della pelle.

Rifinizione delle pelli

Le lavorazioni di rifinizione possono manomettere una grandissima varietà di caratteristiche della pelle, è possibile infatti attraverso questa fase conferire il colore desiderato, l’effetto moda voluto, le prestazioni fisiche e meccaniche, il tatto , l’effetto scivolante o frenante ecc. Esistono tantissime macchine per la rifinizione, ma in questo contesto ci soffermeremo ad elencare soltanto i più importanti.

Rifinizione a Spruzzo

La rifinizione a spruzzo è effettuata per mezzo di macchinari aventi delle grosse cabine dove vengono inserite le pelli, all’interno ci sono una o più giostre di pistole che fungono da aerografi che effettuano movimenti circolatori ad alta velocità spruzzando delle finissime goccioline spinte da aria compressa sulla superfice della pelle, creando così un film sulla parte superficiale della pelle che oltre a modificare il colore, può manomettere anche il carattere della pelle. In questa fase infatti è possibile creare infiniti prodotti moda come ad esempio pellami antiappiccicanti ed antitrasudanti, è possibile manomettere l’effetto frenante al tatto, rendere la pelle impermeabilizzata, aggiungere fissativi, ammorbidire la pelle, creare effetti cerati ecc.
Proprio per la vastità di applicazioni possibili, la rifinizione a spruzzo è tra le più in voga nella produzione industriale di pellami.

Rifinizione a Velo (Velatura)

Questo tipo di rifinizione serve sostanzialmente per la produzione di pelli verniciate, poichè l’applicazione dei prodotti viene fatta tramite un macchinario “la velatrice” adoperato anche per verniciare il legno. Questo macchinario è dotato di un tappeto dove vengono fatte scivolare le pelli e di una testa che tramite delle “labbra” in acciaio fà colare sui pellami un velo liquido che tinge uniformemente le pelli e dona l’effetto desiderato.

Rifinizione a Tampone

La rifinizione a tampone ha origini antiche, infatti è una lavorazione che spesso ancora oggi viene effettuata manualmente senza l’ausilio di macchinari. La metodologia dell’applicazione dei prodotti è molto semplice, viene stesa la pelle su un pancale solitamente in truciolato laminato e tramite l’ausilio di un tampone (una specie di spugna) viene tinta la pelle per via dello strofinio effettuato ripetutamente sulla pelle per creare l’effetto moda ricercato. Oggigiorno è possibile anche l’utilizzo di macchinari appositi che si occupano di effettuare meccanicamente questa lavorazione.

Rifinizione a Rullo (spalmatura)

La rifinizione a rullo è solitamente usata per pelli che devono avere una trama particolare come ad esempio una stampa pitonata leopardata a fiori ecc. oppure per croste (cioè la parte qualitativamente inferiore delle pelli che sono state spaccate) che vogliono assomigliare al fiore.
Le pelli vengono introdotte in un macchinario che applica una carta adesiva contenente il disegno desiderato lungo tutta la superficie della pelle. Come potrete ben immaginare è possibile riprodurre una quantità infinita di prodotti finali tramite questa tecnologia. Inoltre tramite la rifinizione a rullo è possibile recuperare anche quelle pelli che hanno difetti visivamente sgradevoli.

Rifilatura

La rifilatura delle pelli è un’operazione che consente alle pelli di avere dei bordi regolari, vengono infatti ritagliate le parti ritenute inutili lungo il bordo delle pelli. Questa operazione può essere svolta sia su pelli in trippa che in rifinizione, per rifilare le pelli vengono usate solitamente delle forbici o un coltello a seconda della fase in cui vuole essere svolta.

Misurazione

Ti sei mai chiesto come si fa a misurare la superficie di un oggetto dalle forme irregolari? Nell’industria conciaria le misurazioni delle pelli si fanno sia per lo spessore che per la superficie e con le nuove tecnologie non è necessario avere due macchinari appositi per misurare entrambi i parametri.
L’unità di misura usata per la misurazione della superfice delle pelli è il pd² (piede quadrato) che corrisponde a 30.48cm oppure in m², mentre per lo spessore della pelle si usano i millimetri.
La misurazione viene calcolata tramite appositi macchinari che scansionano la superficie della pelle e lo spessore e stampano sul retro della pelle la misura calcolata.

Info Donato

Ognuno nella vita ha le sue passioni, la mia è fatta interamente di pelle. Nasco in una delle poche Città d'Italia dove si produce, lavora e trasforma il cuoio in Alta Moda; ovviamente non ho resistito alla tentazione di tuffarmi dentro questo mondo e mostrarti cosa c'è dietro le quinte della Moda. La Fotografia e il Web sono altre mie due passioni, così ho deciso di fonderle tutte in un unico progetto: ItaliaPelle ! ;)